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leadership a cavallo

Leadership a cavallo

Perché leadership a cavallo

Nel mondo della formazione esperienziale e del coaching, poche pratiche sono potenti quanto la leadership a cavallo. Non si tratta di equitazione sportiva, ma di un’esperienza trasformativa in cui il cavallo diventa uno specchio autentico e non giudicante, capace di rivelare la qualità della nostra presenza, coerenza e autorevolezza.

Durante l’Incontro Nazionale 2025 di Asso.Co.Pro. (Associazione Coach Professionisti), uno dei momenti più significativi è stato proprio il laboratorio esperienziale dedicato alla leadership a cavallo. Mental Coach provenienti da tutta Italia si sono messi in gioco per comprendere, attraverso la relazione con il cavallo, quali aspetti interiori influenzano la propria capacità di guidare, ascoltare e ispirare.

Il cavallo e la leadership

Il cavallo non segue per gerarchia o imposizione. Segue solo chi percepisce come coerente, centrato, autentico. Ecco perché è un potente alleato per chi vuole evolvere come leader: non puoi “convincerlo” con le parole. Devi incarnare ciò che dici.

La relazione con il cavallo diventa quindi una metafora concreta e viva della leadership generativa: presenza, intenzione chiara, ascolto del contesto, rispetto dell’altro. Se ti distrai, lui si allontana. Se ti irrigidisci, si chiude. Se sei centrato, ti segue.

Benefici della leadership con il cavallo

Lavorare con il cavallo in un contesto formativo permette di:

  • Riconoscere il proprio stato interno (ansia, incoerenza, rigidità)
  • Allenare la leadership non verbale, fatta di postura, respiro, intenzione
  • Sviluppare la fiducia reciproca senza bisogno di controllo
  • Potenziare l’intelligenza emotiva e la capacità di guidare con empatia
  • Vivere un feedback immediato e sincero, impossibile da ignorare

Questa esperienza è fortemente trasformativa perché chiama in causa il corpo, le emozioni e la mente. È un lavoro “intero”, non intellettuale.

Cosa si impara dal cavallo

Il cavallo ci insegna che guidare non è comandare, ma creare uno spazio in cui l’altro si sente sicuro a seguirti. Ci mostra quando siamo disallineati tra ciò che pensiamo, diciamo e facciamo. E ci aiuta a recuperare quella coerenza interiore che è la vera forza del leader.

Da lui impariamo anche l’importanza dell’intuito, della calma, della chiarezza d’intenzione. Impariamo che il vero potere non sta nella forza, ma nella connessione.

In che modo il cavallo aiuta a sviluppare la leadership

Attraverso il contatto con il cavallo, possiamo lavorare su:

  • Autenticità: solo se siamo veri possiamo stabilire una connessione reale
  • Autorevolezza: la leadership emerge dalla sicurezza interiore, non dalla voce alta
  • Empatia: ascoltare il cavallo è allenarsi ad ascoltare anche le persone
  • Presenza: il cavallo vive nel qui e ora, e ci riporta costantemente a questo

Per questo, eventi come quello di Asso.Co.Pro. rappresentano un’occasione unica per coach, leader e formatori: portare la propria leadership in un campo aperto, in silenzio, a contatto con una creatura sensibile e sincera, capace di restituirci chi siamo davvero.

Cosa ho imparato io dalla leadership a cavallo

Provo a raccontarti la mia personale esperienza e cosa ho imparato io dalla leadership a cavallo, per trasmetterti tutta la potenza di questa attività.

Ci sono stati, per me, due momenti estremamente significativi, che ancora oggi a distanza di tempo mi porto dentro e ricordo nitidamente.

Il primo momento trasformativo per me, è stato quando sono salito in sella al cavallo e non sono riuscito a farlo partire. L’istruttore mi ha aiutato e poi mi ha chiesto di dare altre indicazioni al cavallo: fallo andare a sinistra, fallo andare a destra, fallo andare più veloce, fallo rallentare, fallo fermare. Tutte queste indicazioni sono riuscito a darle in modo coerente, sicuro e fluide. Infatti, per tutte questi input, il cavallo mi ha sempre ascoltato. L’istruttore si è anche stupido della mia capacità di interagire con il cavallo. Pertanto, abbiamo riprovato l’indicazione della partenza e, nuovamente, il cavallo ha avuto difficoltà a comprendere il mio input.

A questo punto, abbiamo apportato un cambiamento che ha fatto una grandissima differenza per me. Ci siamo prefissati una meta: l’istruttore mi ha chiesto di portare il cavallo dall’altra parte del recinto e di far partire il cavallo. Questa volta, la mia richiesta è stata percepita immediatamente dal cavallo che è partito senza alcuna resistenza.

Grazie a questo passaggio ho compreso che per me e per le persone con le quali collaboro è fondamentale che io comunichi la direzione, che io abbia chiaro nella mia testa il punto di arrivo: di un progetto, di una sfida, di un compito, di una responsabilità. Ho compreso che per il mio senso di autoefficacia, avere una meta è essenziale.

Il secondo momento trasformativo è stato, per me, ancora più potente. In questo caso, il compito era quello di entrare in relazione con il cavallo. In questo caso, dopo aver fatto tutto quello che potevo e sapevo fare, il cavallo non ha risposto in modo positivo. L’istruttore che aveva assistito a tutta la scena mi dice una cosa che mi ha illuminato: “ci sei tu e c’è il cavallo. Non dipende solo da te. A volte, dipende dal cavallo.” Una frase che si è trasformata in una consapevolezza generativa, per me che tendo a prendermi troppe responsabilità, che tendo a fare al posto dell’altro, che parto sempre (forse troppo) dalla domanda: “cosa avrei potuto fare meglio?” Da oggi, posso aggiungere anche una nuova risposta: “niente, perché a volte dipende dal cavallo”.