I Quozienti di Intelligenza e il Quoziente di Adattabilità
Probabilmente, avrai già sentito parlare del QI (quoziente di intelligenza) e del QE (quoziente emotivo). Negli ultimi anni, però, si è diffusa un’altra tipologia di quoziente per misurare la nostra intelligenza: il quoziente di adattabilità.
Nel 1912, presso Università di Breslavia, lo psicologo tedesco William Louis Stern coniò il termine I.Q. Invece, solo nel 1990 fu trattata, per la prima volta, l’intelligenza emotiva da Peter Salovey e John D. Mayer nel loro articolo Emotional Intelligence.
Nel 2011 Martin Reeves e Mike Daimier hanno pubblicato un articolo su Harvard Business Review in cui analizzano l’importanza di un nuovo Quoziente di Intelligenza: il Quoziente di Adattabilità.
Cosa si intende per Quoziente di Adattabilità? Perchè, è così importante? E, soprattutto, quali sono le caratteristiche principali per allenare il nostro Quoziente di Adattabilità?
Il quoziente di adattabilità (QA)
Il QA è essenziale in un’epoca in cui il mondo cambia ad un ritmo impressionante. Viviamo, inoltre, in una società che sviluppa innovazioni tecnologiche sempre più avanzate e, infine, il nostro momento attuale è estremamente fluttuante e instabile sia da un punto di vista economico, che politico. Per avere successo e per vivere in sintonia con l’ambiente circostante, è evidente che si debba essere fluidi e pronti a rispondere in modo efficace agli eventi. Ed è qui che subentra il nostro Quoziente di Adattabilità (QA)
Gli scienziati sembrano d’accordo sul fatto che il QA non sia fisso e possa essere sviluppato. Secondo la Teoria U di Otto Scharmer del MIT, vi sarebbero tre elementi che possono fornire il quoziente di adattabilità:
1. Mantenere una mente aperta in modo da vedere il mondo con occhi sempre nuovi e rimanere aperto alle possibilità;
2. Avere il cuore aperto, cioè essere capace di vedere le situazioni mettendoti nei panni di un’altra persona;
3. conservare una volontà aperta, lasciar perdere l’ego e la comfort zone per riuscire a gestire il disagio del contatto con lo sconosciuto.
Le caratteristiche fondamentali dell’Adattabilità
Ma quali sono gli elementi essenziali che descrivono il Quoziente di Adattabilità
- Essere curiosi e diventare abili ad apprendere. In questo modo, potrai contare su una mente aperta e sulla tua capacità di sperimentare nuove idee, metodi e soluzioni;
- Diventare bravi a determinare ciò che è rilevante e scartare la conoscenza obsoleta. Accerchiati da milioni di informazioni, diventa essenziale sapere selezionare;
- Mostrarsi capaci di leggere i segnali del cambiamento. Bisogna individuare da subito i segni di mutamento del contesto, comprenderne significato e direzione, e reagire velocemente;
- Essere flessibili. Bisogna avere una struttura, ma con un sufficiente grado di adattabilità per riuscire ad introdurre cambiamenti e rispondere rapidamente. Vuol dire anche lasciar perdere la mania del controllo e incoraggiare autonomia e accettazione del rischio;
- Essere capaci di sperimentare. E’ fondamentale non pretendere di raggiungere la perfezione, ma agire. Non bisogna muoversi d’impulso, ma certamente neanche aspettare di arrivare all’eccellenza prima di fare qualsiasi passo. In questo senso, ancora una volta, ci viene in aiuto la Teoria U di Otto e il suo approccio alla prototipizzazione.
- Accogliere il fallimento. La paura di sbagliare, infatti, inibisce la tua curiosità, la tua flessibilità e la tua capacità di azione, che sono fondamentali per l’adattabilità, come abbiamo visto;
- Imparare dai successi, per capire cosa funziona e può essere riadattato in altre situazioni. In questo caso, il modellamento come approccio diffuso nel coaching, risulta essere fondamentale.
- Condividere ciò che hai imparato dal successo e dai fallimenti. Questo ti aiuterà anche a creare rapporti di collaborazione;
- imparare a mobilitare il potenziale delle persone: le gerarchie non hanno più senso, sono troppo rigide e non favoriscono un adattamento rapido ai mutamenti. Ci vogliono team agili e leadership condivisa.
Il Quoziente di Adattabilità, indubbiamente, ci consente di affrontare con maggiore resilienza ed efficacia l’epoca di grandi cambiamenti che stiamo affrontando. E’ necessario, ovviamente, trovare anche strumenti, percorsi, approcci e metodologie che ci aiutino a sviluppare e allenare il nostro Quoziente di Adattabilità.
E’ anche vero che bisogna stabilire un senso alla nostra adattabilità, altrimenti, si rischia di diventare eccessivamente fluidi, di perdere ogni consistenza e di non distinguere più tra contenuto e contenitore. Dovremmo, insomma, fare come l’acqua di un fiume, che si adatta all’ambiente che incontra, ma senza dimenticarsi del mare!